Dal mio passato senza storia narrata arriva a farmi arrovellare il cervello e ad attorcigliarmi le budella.
Un varco nel passato, un solo, minimo, flebile, sottile spiraglio su una sola immagine, che è un singolo istante nel tempo, del passato della casa di mio padre, la mia casa. La casa dove sono nato.
Esploro, cerco, mi sento penitente nel farlo, rubo ogni singolo punto di luce per metterci dentro una fantasia.
Cos’era? Cosa è stato? Perché era lì? Qual’è la sua storia?
So che in ogni cosa ci sarebbe un’apertura ad un fiume di fatti, persone, cose, storie, narrazioni.
Quel che dice una foto? E quello che non dice? Muoio nel rendermi conto di quante cose una foto non dice.